Forse non tutti sanno che il Madagascar – e soprattutto la Regione Vakinankaratra – è un gran produttore di foie gras, o che la cittadina di Behenjy – ove si celebra la fiera “Foire du gras” – è comunemente nota nel Paese come la «capitale del foie gras». Il prodotto gastronomico, come noto, si basa sull’allevamento e l’ingrasso forzato di anatre e oche, che in Occidente cominciano ad esercitare un notevole impatto etico. Non avviene però lo stesso nel Paese insulare, tutt’altro. La stampa continua, infatti, ad esaltare tanto le aziende che operano in questo ramo del settore zootecnico, quanto l’impegno che profonde il Ministero dell’Agricoltura e dell’allevamento per sostenerle, e per promuoverne le strategie di conquista dei mercati internazionali.
E poi non mancano i grandi panegirici anche per i posti di lavoro creati, e finanche per i valori nutrizionali, e la salubrità del «fegato grasso». Ad oggi, nel Paese, operano tre grandi aziende produttrici, tutte concentrate nell’area di Behenjy, che si trova una trentina di chilometri a sud della Capitale. Vi è poi, nella stessa area, una dozzina di aziende con dimensioni artigianali. La produzione malgascia è nota anche per aver creato particolati versioni di questo piatto di lusso. Ad esempio si commercializzano i fois gras ai frutti di bois de rose, e al pepe verde, e addirittura quelli aromatizzati alla vaniglia o all’uva.