Mentre crescono i timori di una carestia globale per via della guerra in Ucraina, dal Madagascar – sul fronte della produzione di alimenti – arrivano segnali contrastanti. Da un lato si registra una consistente diminuzione della produzione di riso: un segnale che, in uno scenario di scarsezza di grano, non può che preoccupare. Tuttavia presso la filiera agro-alimentare, non mancano incoraggianti segnali di resilienza, e anche grazie al sostegno pubblico, il comparto appare vitale. Cominciamo dal riso: la produzione è diminuita del sei per cento, rispetto dello stesso periodo del 2021. E tra le cause del fenomeno vi è in primis la siccità, che ha ritardato l’epoca del raccolto.
Così per soddisfare il fabbisogno nazionale del cereale, oggi si importa il 18% del consumo totale, a fronte del 15 del 2021. Come detto, però, il settore lattiero-caseario mostra dinamismo. Ad esempio, grazie al programma di sostegno all’imprenditorialità noto come Fihariana, si è implementato il progetto Fanoro (Fanatsarana ny ombivavy be ronono). L’iniziativa – nel triangolo caseario, ossia le Regioni di Vakinankaratra, Itasy e Analamanga – punta ad aumentare la produzione di latte (qui chiamato oro bianco), e la sua qualità. Non solo quindi si forniscono sementi, ma attraverso il sostegno ai tecnici nel campo dell’inseminazione artificiale, si persegue il miglioramento genetico delle vacche da latte.