(Prosegue). Il prodotto interno lordo pro-capite è uno dei più bassi al mondo e ha a malapena raggiunto, nel ’21, i 521 dollari. La World bank (Wb) scrive che il Madagascar ha «uno dei tassi di povertà più alti al mondo», e le «prospettive di sviluppo in Madagascar continuano a essere ostacolate dal basso potenziale di crescita del Paese e dalla sua esposizione a crisi frequenti, profonde e persistenti». La crisi, si specifica, è stata aggravata nel Sud dal kere, che ha causato molti fallimenti dei raccolti, crescente insicurezza alimentare e migrazione interna. Secondo la Wb, «la crisi del Covid-19 ha cancellato più di un decennio di guadagni in reddito pro capite e ha portato il tasso di povertà a un nuovo massimo in Madagascar».
E poi: «Il Governo deve avviare profonde riforme che consentano nuovi investimenti in settori che possono promuovere la trasformazione strutturale e stimolare la creazione di posti di lavoro, un migliore accesso alle infrastrutture di base e una maggiore resilienza delle popolazioni vulnerabili». Ecco però la frase più sorprendente: «Il Madagascar potrebbe impiegare un decennio per annullare la perdita di reddito medio verificatasi durante la crisi del 2020-2022 e più di 70 anni per raggiungere l’attuale tenore di vita del Ruanda…». La crescita del 2022 è stimata a un modesto +2,6%, ma la ripresa si farebbe più forte nel 2023 e 2024 (+4,2% e +4,6).