Il Madagascar è uno dei pochi Paesi africani democratici, secondo l’ultimo rapporto del centro studi svedese International idea (International institute for democracy and electoral assistance). I risultati del Global state of democracy report 2021, sono esposti nell’immagine in alto: i regimi sono suddivisi in democratici, ibridi, o autoritari. All’Unione europea (Ue) ciò però non basta; il decisivo partner finanziario del Paese, pretende di più – specie in termini di par condicio – in vista delle Presidenziali 2023. Giorni fa, a Tana, ha terminato i lavori, la Mission de suivi électoral de l’Union européenne, presieduta dall’ex parlamentare europeo Christian Peda; obiettivo, secondo i comunicati, «valutare e riferire sul grado di attuazione delle raccomandazioni della Missione di osservazione dell’Unione Europea e vedere in che misura sono state intraprese iniziative di riforma elettorale».
La visita degli osservatori ai vertici istituzionali e politici, fa seguito alla Mission d’observation électorale de l’Union européenne: era prevista dal rapporto di questa Missione – presieduta dallo stesso Peda – che ha monitorato le Elezioni 2018. (La Mission 2022 ha incontrato, tra gli altri, la Commission eléctorale nationale indépendante – Ceni, l’Haute cour constitutionnelle, i partiti, e l’ex presidente Marc Ravalomanana, considerato il capo dell’opposizione, ndr). (Continua).