Nell’ultima Classifica che valuta la Libertà di stampa – elaborata, come ogni anno, dall’organizzazione Reporter senza frontiere (Rsf) – il Madagascar retrocede di ben 41 posizioni. Scivola cioè al 98° posto, a causa di un panorama mediatico «altamente polarizzato e privo di indipendenza». Detto ranking è guidato da Norvegia, Danimarca e Svezia, ci mostra in coda Corea del Nord, Eritrea e Iran, e vede l’Italia scendere al 58° posto. Tornando all’Isola rossa, va rilevato che, in effetti, qui la collusione tra media e politica è evidente: e non solo perché il presidente Andry Rajoelina possiede Viva tv e Viva radio, e il ministro Edgard Razafindravahy è editore de “L’Express de Madagascar”.
Segnaliamo ad esempio che l’ex ministro e sindaco di Tana, Naina Andriantsitohaina – vicino al capo dello stato – è editore dei giornali “Les Nouvelles” e “Taratra”. Oppure che Mamy Ravatomanga, de facto consigliere di Rajoelina, è proprietario del quotidiano “La Vérité”. Queste combine sono spesso anche più sfumate: una delle colonne di “Midi Madagasikara”, solo per fare un esempio, è anche un fedelissimo del presidente. Per approfondire, rimandiamo al report dedicato al «Madagascar», peraltro contestato dal Ministero della Comunicazione e della cultura. Eccone l’inizio. «Il Madagascar è caratterizzato da un panorama mediatico molto ricco, altamente polarizzato e privo di indipendenza».