Nel 2021, il Madagascar ha redatto un modulo di proposta, in vista di accordi di adesione con imprese straniere dedite alla pesca del tonno. L’obiettivo è stipulare contratti di partenariato con società straniere, per una pesca del tonno sostenibile, e remunerativa: nello specifico, si punta ad aumentare i canoni a carico degli armatori, a imporre loro una base sulla terraferma, e a disciplinare l’attività di pesca. Ebbene la prima azienda ad accettare le condizioni stabilite dal Paese, è stata la spagnola Interatun ltd. «Si tratta di un primo accordo di pesca, riguardante la cattura del tonno nella Zona economica esclusiva del Madagascar, che è reso pubblico per una migliore trasparenza, e che resterà in vigore per un periodo di due anni», ha dichiarato il ministre de la Pêche et de l’économie bleue (Mpeb), Paubert Tsimanaoraty Mahatante.
Questi ha spiegato che: «cinque imbarcazioni battenti bandiera spagnola, tra cui quattro pescherecci con reti a circuizione e una barca appoggio, sono autorizzate a pescare nella parte della zona marittima di Antsiranana, previa verifica e controllo tecnico effettuati dal Centre de surveillance de pêche. Questi armatori sono quindi tenuti a dichiarare tutte le loro catture e creare una base a terra entro sei mesi. Devono inoltre sbarcare in Madagascar almeno il 50% delle loro catture di tonno e specie associate, eseguite nelle nostre acque».