Faux-Cap, chiamato anche Betanty, è quel pittoresco villaggio, noto per sorgere proprio sul promontorio che segna l’estremo Sud del Madagascar. Dal 2017 però i media del mondo intero stanno citando Faux-cap, soprattutto per un innovativo progetto del Programma alimentare mondiale: contando anche sull’impegno delle comunità locali, si cerca di arginare la persistente invasione delle dune di sabbia. Un fenomeno che rende i terreni sterili, e contribuisce – assieme alla scarsità di precipitazioni – alla carestia: forti tempeste sabbiose trasportano, dalle zone aride e desertiche dell’entroterra, enormi quantità di rena. La quale arriva a inghiottire non solo campi prima coltivabili, ma addirittura interi villaggi.
Il suddetto progetto – che ha riguardato un’area di oltre 36mila ettari – punta alla riparazione o fissaggio delle dune di sabbia (in inglese, dune-fixing). In particolare, si procede col piantare dei vegetali, capaci di rendere stabili le suddette dune, e trattenere l’umidità del suolo. Per approfondire, rimandiamo al servizio di Valentina Neri, apparso sul portale “Lifegate”, e intitolato «Madagascar. Piantando alberi sulle dune, centinaia di volontari sono riusciti a frenare l’avanzata della sabbia». Eccone l’inizio. «Nel Madagascar flagellato dalla siccità, centinaia di volontari si sono messi di buona lena a piantare alberi. Stabilizzando ben 36mila ettari di dune».