Günter Overfeld, incaricato d’affari presso l’Ambasciata della Repubblica federale di Germania in Madagascar, ha dichiarato – con un comunicato pubblicato dalla stessa Legazione – che «ci auguriamo che il Governo del Madagascar s’impegni con la Russia a rispettare la Carta delle Nazioni unite e i principi fondamentali dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, e che si opponga con noi all’aggressione russa»; ed ha aggiunto che «le sanzioni contro la Russia, il rialzo dei prezzi e il calo delle borse avranno ripercussioni anche su Germania e Madagascar». Che cosa significa, al di fuori del linguaggio diplomatico? Che la Germania – che in questo caso rappresenta non solo l’Unione europea ma l’Occidente tutto – ha strigliato il Governo del Madagascar, per aver sinora fatto – dinanzi al conflitto ucraino – la politica dello struzzo; cioè per non essersi schierato, lasciando intendere di essere, in qualche modo, stretto da due fuochi: da un lato l’Occidente, dall’altro le autocrazie russe e cinesi.
Beninteso, il Paese sarà comunque costretto ad allinearsi oggi stesso, in occasione del voto all’Assemblea generale delle Nazioni unite. E secondo ogni pronostico, l’Esecutivo di Tana seguirà la posizione dell’Unione africana, che ha già invitato «a rispettare imperativamente il diritto internazionale, l’integrità territoriale e la sovranità nazionale dell’Ucraina».