«Il pesante tributo lasciato da questi cicloni causa difficoltà per gli agricoltori ma anche per l’intero Paese. Mettiamo insieme le nostre forze, il nostro potenziale e il nostro know-how in modo che i nostri Paesi raggiungano l’autosufficienza alimentare e che i nostri giovani abbiano un lavoro». Sono le parole pronunziate dal presidente del Madagascar Andry Rajoelina, nel corso della 45° riunione annuale del Consiglio dei Governatori dell’Ifad (International fund for agricultural development) – ossia il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo – che si è celebrata nei giorni scorsi a Roma. Invero l’intervento del capo dello stato malgascio era uno dei più attesi: le tempeste che stanno devastando l’Isola, sono state prese come esempio dai vari leader, per rimarcare la vulnerabilità dei piccoli agricoltori al cambiamento climatico.
E se a Roma Rajoelina ha chiesto appunto un piano continentale per lo sviluppo agricolo, anche a Bruxelles – al Sesto summit tra Unione europea e Unione africana – il Madagascar è stato protagonista. La delegazione – guidata da Rajoelina, e composta dall’ambasciatore del Madagascar in Belgio, Omer Berizilky, dal ministro Patrick Rajoelina, e dai colleghi Harifidy Ramilison, e Baomiavotse Vahinala Raharinirina – ha in ogni consesso rimarcato l’esigenza di un’agricoltura che sia sostenibile, e soprattutto resiliente ai cambiamenti climatici.