«Abbiamo comprato un’anatra per il pranzo di Natale. È più economica di un tacchino. L’abbiamo presa per 60mila ariary, la metà del prezzo di un tacchino». E poi: «Faremo un piccolo antipasto con questa pasta che ci è stata offerta. E se Dio vuole, compreremo un po’ di carne». Cosa si attendono i malgasci dal 2022, dopo un 2021 funestato dalla crisi economica, e dalle quasi mille morti per Covid? Una situazione anomala, quella che si vive in Madagascar, di fronte sia alla nuova impennata dei contagi – che coincidono con l’anelata riapertura delle frontiere – sia al doppio dramma di Soanierana Ivongo, alla vigilia di Natale. Il naufragio, e l’incidente dell’elicottero.
A leggere le inchieste giornalistiche, pare che a prevalere sia la speranza, che i prezzi – in primis quelli dei generi alimentari – cessino di aumentare, e si arresti la spirale dell’inflazione. E le testimonianze sopra riportate lo testimoniano. Va rilevato tuttavia che il Governo – attraverso il Ministère de l’Industrialisation, du commerce et de la consommation – ha fatto il possibile per stabilizzare i prezzi dei prodotti di base, in particolare del riso, specie eseguendo frequenti controlli. Si spera poi che le forniture di acqua ed elettricità non proseguano più a singhiozzo, in ogni caso molti notano che i cittadini hanno ormai imparato a convivere con i disservizi e non hanno più la forza di lamentarsi.