Giorni fa è stato presentato uno studio, dedicato ai bambini di strada a Tana. Parte integrante del Progetto Sandratra, è stato elaborato dalla Sezione Oceano Indiano della fondazione Apprentis d’Auteuil, in collaborazione con la rete di associazioni Plateforme de la société civile pour l’enfance (Pfsce). Secondo il rapporto, «il Madagascar ha tutta una serie di disposizioni legali e regolamentari in vigore, per la promozione e la tutela dei diritti dell’infanzia, tuttavia l’applicazione resta piuttosto complicata, se non impossibile, per i minori in situazioni di strada, senza misure di sostegno inclusive e partecipative». Per gli autori, il numero di minori coinvolti è notevolmente aumentato, rispetto ai 26mila registrati nel 2016, all’epoca dell’ultimo censimento.
«Non abbiamo cifre esatte, ma tutti gli attori con cui lavoriamo, hanno notato che il fenomeno si è accresciuto, che ci sono sempre più bambini di strada», ha spiegato il presidente di Pfsce, Ando Mampionona Nomenjanahary. Per Adèle Ramamonjisoa, coordinatrice del progetto per la Pfsce, all’origine dell’aumento vi sono «povertà e esodo rurale. Lo studio ha rivelato che, nella maggior parte dei casi, la situazione di estrema povertà accentua il fenomeno dei bambini nelle strade. Molte famiglie stanno lasciando le zone aree periferiche di Antananarivo per stabilirsi in centro, e sperano di trovare una vita migliore».