Giorni fa il Governo del Madagascar, in collaborazione con la Sezione malgascia dell’Unicef (United nations children’s fund), ha pubblicato un rapporto sulla povertà infantile: «Verso una protezione sociale universale e inclusiva per i bambini in Madagascar». Vi si fotografa una situazione di estrema povertà multidimensionale per i minori, ove gli alti tassi di povertà si traducono in elevatissimi indici di malnutrizione cronica. Secondo lo studio, che segue la metodologia Multidimensional overlapping deprivation analysis (Moda), «più di due terzi dei bambini malgasci (67,5%) sono deprivati in almeno due dimensioni».
Lo stesso documento afferma che «quasi un quarto (23,7%) soffre di privazioni in quattro o più dimensioni». Si specifica inoltre che «la proporzione di bambini poveri è più alta nel Sud-Ovest», mentre il 49,3% di bimbi della Regione Atsimo-Andrefana, e il 49,1 di quelli di Ihorombe, soffrono di privazioni materiali in quattro o più dimensioni. Analamanga invece registra un tasso di privazione materiale inferiore al cinque per cento. Inoltre si legge che la povertà colpisce di più i minorenni provenienti da famiglie, con capofamiglia privo di istruzione secondaria o superiore. In questo caso, il tasso è del 40%, contro il dieci dei nuclei più istruiti.
Lo studio indica anche che «il livello di istruzione della madre ha un impatto maggiore di quello del padre».