«Vogliamo recuperare il ritardo di sviluppo del Paese, ma abbiamo bisogno del settore privato per raggiungere i nostri obiettivi. Il Madagascar è pronto ad accogliervi». In seguito all’appello agli investitori stranieri – lanciato a Parigi dal presidente Andry Rajoelina – esperti e addetti ai lavori si chiedono se il Madagascar sia finalmente attrattivo per i capitali internazionali. E al di là dei tanti problemi, a cominciare dal deficit infrastrutturale, c’è chi non nasconde un certo ottimismo. Le «buone notizie» invero si esauriscono nella previsione di un imminente riapertura dei confini, e soprattutto negli otto milioni di dosi di vaccino Janssen: quelle che, secondo l’annuncio del Consiglio dei ministri, saranno acquistate grazie ai cento milioni di dollari donati dalla Banca mondiale.
Sì, gradualmente la campagna vaccinale malgascia, seppur ancor modesta nei numeri, sta ottenendo un successo inaspettato. A sintetizzare le tante criticità ci ha pensato invece l’economista Haja Rajaonary: «Diversi parametri non depongono a favore del Madagascar, in quanto ad attrazione degli investitori stranieri. Il clima imprenditoriale si sta deteriorando a causa degli effetti dannosi e devastanti della crisi sanitaria, della corruzione diffusa e di questa instabilità politica ancora persistente». Un’incognita è poi rappresentata dalla riforma, che si suppone imminente, del Code minier.