Il Distretto di Midongy Atsimo, nella Regione di Atsimo-Atsinanana, è salito agli onori delle cronache, per un motivo che non ha nulla a che vedere col Parco nazionale di Midongy del Sud. Il 23 maggio alcuni predoni noti come Dahalo hanno compiuto l’ennesimo massacro, ai danni della popolazione: 19 le vittime, di cui due militari e 17 civili. Tra le 3.00 e le 5.00 del mattino, quasi 150 banditi armati di kalachnikov, fucili da caccia e armi da taglio, hanno devastato i villaggi di Morafeno, Benonoka e Ampahatelo, nel Comune d’Ivondro. Quasi 300 le abitazioni incendiate, e 300 i capi di bestiame depredati, di cui una cinquantina sarebbe stata poi abbandonata durante la fuga verso nord-ovest.
Esercito e Gendarmerie, grazie anche al pattugliamento di un elicottero, li hanno comunque rintracciati: nello stesso Distretto sono stati segnalati alcuni scontri, prima che i malviventi riuscissero ad addentrarsi in un’impenetrabile area forestale. Ed ha stupito molti osservatori che l’attacco abbia avuto luogo solo poche ore dopo l’inaugurazione – da parte del presidente Andry Rajoelina – della base militare anti-Dahalo di Yakora. E considerando il loro equipaggiamento con armi da guerra, ha ripreso quota l’ipotesi che esista una vera rete mafiosa, a loro sostegno (specie economico): una mafia dei colletti bianchi, che sarebbe integrata anche da deputati del Sud e cittadini stranieri.