Da maggio s’inizieranno a vaccinare i francesi che vivono nei Paesi ove – per le più varie ragioni – sia per loro impossibile accedere a piani d’immunizzazione locali. E in cima all’elenco appaiono Madagascar e Tanzania. Per questi residenti all’estero sarà dunque messo in atto uno specifico piano di profilassi, e dosi del vaccino statunitense Johnson & Johnson – i cui via libera definitivi sono attesi in settimana – saranno inviate via aerea in più parti del mondo. E non si fa mistero che la scelta sia caduta sul prodotto americano, per la semplicità di conservazione, e la sufficienza dell’unica dose. «Sono francesi a tutti gli effetti, non francesi a metà. Nessuno di loro dovrebbe essere lasciato indietro», spiega Jean-Baptiste Lemoyne, segretario di stato per il Turismo, i francesi che vivono all’estero e la francofonia.
Così si legge su una nota del Ministero degli Esteri: «Secondo le nostre analisi, l’86% dei nostri connazionali residenti fuori dalla Francia potrà avere accesso nel proprio Paese di residenza a un vaccino riconosciuto dall’Unione europea. Per gli altri stiamo lavorando a soluzioni alternative, con le prime iniezioni previste per inizio maggio». Tutte operazioni, lascia trapelare il Quai d’Orsay, né esenti da rischi né semplici: lo Stato ospitante dovrà esser convinto a far entrare personale medico e materiale sanitario, a esclusivo beneficio dei francesi.