In occasione del Giorno della memoria, vari media nazionali hanno ripercorso la storia del 96enne Gesuino Paba – originario di Aritzo nella Barbagia di Belvì, nel nuorese – sopravvissuto alla deportazione nel lager nazista di Buchenwald. Ebbene, i proventi del libro in cui l’ex carabiniere narra la propria tragica vicenda – intitolato “Prigioniero 83964 – Settecento giorni di prigionia dalla Sardegna al lager di Buchenwald” e pubblicato nel 2013 – sono devoluti a sostegno della Missione di Jangany, (si trova nel villaggio omonimo della piana dell’Horombé, più in generale nella Regione di Anosy, nel Sud del Madagascar, ndr).
La quale è diretta, e in modo esemplare, da un altro cittadino di Aritzo, il padre vincenziano Tonino Cogoni, ed è comunemente considerata un modello nell’attività di promozione umana. Approfondisce il tema, il servizio «Giorno Memoria: Gesuino e i fantasmi della prigionia», redatto da Maria Grazia Marilotti per l’”Agenzia nazionale stampa associata – Ansa”. Ne segue l’incipit. «A Torino 96enne depone fiori su pietra d’inciampo avvocato Vacca. “Questi fiori sono in memoria di Giovanni Antonio Vacca e di tutti coloro che non sono tornati. Loro non ci sono più, io sono sopravvissuto per miracolo all’inferno dei lager nazisti per poter raccontare quella immane tragedia. Per dar voce ai tanti morti nelle camere a gas, o di stenti, fame, freddo, violenze”».