Si moltiplicano in Madagascar i focolai di tensione, che nascono da crisi politiche ed economiche. La vicenda più grave, giorni fa a Tamatave: un allievo della locale Université de Toamasina è stato ucciso durante una manifestazione studentesca. Motivo scatenante delle proteste, la decisione dell’ateneo di richiedere gli arretrati delle borse di studio, e di altre tasse. Eventi analoghi, del resto, a quelli che hanno coinvolto gli studenti dell’Ecole supérieure polytechnique d’Antananarivo, presso il campus di Vontovorona. Per il colonnello Josh Rabemanantsoa, tra i responsabili della Gendarmerie di Toamasina, gli agenti avrebbero sparato per difendersi, in quanto attaccati dai manifestanti.
Sarà un’inchiesta ad accertare l’intera dinamica; si sa comunque che il giovane, colpito a una coscia, è deceduto in ospedale per la gravità della ferita. Risultano poi otto arresti tra gli studenti, e cinque feriti: due manifestanti e tre agenti. L’impressione è che le Autorità stiano sulla difensiva: ogni forma di protesta – si tratti di studenti o paramedici – è bollata come un disturbo deliberato, e orchestrato dall’opposizione. Riportiamo a seguire il duro comunicato dell’organizzazione non governativa Liberty 32 – Democracy action lab – Observatoire de la jeunesse, con sede nella Capitale: un’associazione che si occupa di partecipazione civica e politica dei cittadini.
(Continua).