Il capo dell’opposizione Marc Ravalomanana, così come il presidente, giorni fa ha pronunciato un discorso, che vale come programma politico. A giudizio dell’ex presidente e fondatore del gruppo Tiko – che guida la formazione politica liberista Tiako I Madagasikara – il popolo è immerso in difficoltà senza precedenti, mentre il Madagascar staziona tra i Paesi più poveri al mondo. Riconosce sì il ruolo giocato dalla pandemia e dalla crisi che ne è seguita, tuttavia per lui sono soprattutto «la mancanza di leadership, l’incapacità dei leader di stabilire le vere priorità, e di avere una visione chiara», i fattori all’origine dei problemi che colpiscono il Paese.
Si rivolge quindi al capo dello stato: «Non incolpare gli altri, e soprattutto non l’opposizione, dei danni provocati dalla tua incompetenza. Una delle qualità di un leader competente è saper riconoscere i propri errori e le proprie colpe». Annuncia quindi di proseguire la mobilitazione per l’istituzione dello stato di diritto, e avverte che «l’instaurazione della democrazia non va ancora considerata un fatto acquisito. Invito tutti a mobilitarsi, ad assumersi la responsabilità di salvare il Paese dall’attuale disastro». E chiosa, invocando il pericolo di una dittatura: «Dovremo armarci di coraggio, quest’anno, poiché le intimidazioni continueranno. Ma non accetteremo che la dittatura possa prendere piede nel Paese».