Giorni fa, nella località isolata di Ankidaondrano Ambohiborona – nel Distretto di Faratsiho, Regione di Vakinankaratra – è andato di scena l’orrore. Ben otto persone sono state arse vive, di notte, nella propria abitazione, mentre una nona è stata freddata con un colpo di arma da fuoco. E’ questo il bilancio dell’atroce attacco, perpetrato da una dozzina di banditi, armati con pistole e coltelli. Le vittime sono un uomo di 43 anni, la moglie di 41, i loro sei figli di età compresa tra gli otto e i 19 anni. I banditi avrebbero impedito ai malcapitati di uscire dalla loro casa, che quindi è stata incendiata. Negli stessi frangenti, è stato ucciso a sangue freddo il fratello del capofamiglia, che tentava di prestare aiuto. Prima di andarsene, i criminali – che non avrebbero rubato nulla – hanno dato fuoco anche a un’altra casa.
Il movente della barbarie, secondo gli inquirenti, andrebbe ricercato nella vendetta. Tra i registi ed esecutori del crimine vi sarebbero innanzitutto due detenuti misteriosamente evasi, condannati a cinque anni di reclusione; si sospettano inoltre i loro tre complici, che all’epoca hanno beneficiato della sospensione condizionale della pena. Secondo la Gendarmerie nationale, i malviventi tuttora ricercati – che avevano già attaccato la famiglia, e per questo erano stati processati – avevano in passato minacciato le future vittime, promettendo vendetta.