Una nota della Banca mondiale fotografa la situazione economica del Madagascar, cercando di anticipare gli scenari futuri. Si scrive che quest’anno nel Paese – causa pandemia – si conteranno un milione e 380mila nuovi poveri: un dato che rappresenta un balzo del tasso di povertà dal 74,3% del 2019, al 77,4. Ossia il covid ha spazzato via più di un decennio di sforzi per ridurre la povertà, mentre il graduale ritorno alla crescita dovrebbe diminuirla di nuovo solo nel 2022. Si specifica che il fenomeno ha colpito in particolare le popolazioni vulnerabili delle aree urbane: «Nelle grandi città colpite dalla pandemia, molti sono caduti in condizioni di estrema povertà, dopo aver perso il lavoro, oppure il reddito ottenuto con le attività informali».
Le misure di confinamento, chiarisce la nota, hanno condotto a un calo del prodotto interno lordo pari al 4,2 per cento: il settore della ristorazione e alberghiero è diminuito del 61,2, i trasporti del 38,3, l’industria del 13,8, il commercio del 12,8, il comparto edilizio dell’8,8. E ancora: «Nella prima metà del 2020, il calo del volume dei commerci e del trasporto aereo di passeggeri, ha portato a minori esportazioni nei settori tessile, minerario e turistico». Infine si «prevede che l’economia crescerà di circa il 2% nel 2021»: una previsione più pessimista di quella del ministro dell’Economia, che giorni fa aveva parlato del 4,2.