La magistratura continua a concedere risarcimenti ai croceristi che nel 2017 – all’epoca dell’ultima ondata di peste in Madagascar – hanno visto soppresse le tappe nell’Isola rossa. La compagnia Costa crociere non avrebbe infatti avvertito la clientela della inevitabile variazione dell’itinerario. Tutte sfide in punta di diritto, che in epoca di coronavirus – e con un’epidemia di peste bubbonica ancora mortifera – possono apparire stucchevoli. E tuttavia siamo di fronte a un’importante vittoria del fronte dei consumatori sull’industria turistica, che può avere ripercussioni in futuro. Approfondisce il tema l’articolo «Giudice di Pace condanna Costa per crociera durante peste in Madagascar», pubblicato sul portale “Travelnostop”.
Ne segue l’incipit. «L’associazione Codici batte Costa Crociere. Nel luglio 2019, il Giudice di Pace di Paola (Cosenza) aveva condannato la compagnia al risarcimento di 4.000 euro per una coppia di crocieristi calabresi che nel gennaio 2018 aveva preso parte alla crociera in Madagascar ‘Paradisi sul Mare’. Nei giorni scorsi, il Giudice di Pace di Roma ha condannato Costa al risarcimento di 1.500 euro nei confronti di un crocierista capitolino che nel dicembre 2017 ha fatto la stessa vacanza. A far scattare l’intervento dell’associazione dei consumatori, la soppressione delle tappe del viaggio in Madagascar, dov’era scoppiata un’epidemia di peste».