La carestia nel Sud del Madagascar è un flagello più grave del previsto, come ribadisce un documento del Programma alimentare mondiale (Pam): «Se le piogge lo consentono, la raccolta avverrà tra maggio e giugno. Il problema alimentare persisterà fino a questo periodo». Secondo l’agenzia delle Nazioni unite, insignita del Premio Nobel della Pace 2020, il «Madagascar meridionale è sull’orlo di una catastrofe umanitaria», e «ha bisogno di assistenza alimentare di emergenza un milione mezzo di persone, ovvero la metà della popolazione dell’area»; il che rappresenta «il triplo delle vittime previste a metà anno». La kere, che ha Amboasary «come epicentro», colpisce soprattutto «donne e bambini»: in Madagascar quasi la metà dei bimbi sotto i cinque anni soffre di malnutrizione cronica o crescita stentata.
Il Pam ha poi chiarito: «Ora ci stiamo occupando di 492mila persone – che vivono in 42 Comuni, appartenenti a nove Distretti – con aiuti alimentari provenienti da Usaid e Cerf (Fondo centrale di risposta alle emergenze delle Nazioni unite). Va tuttavia sottolineato che una volta ricevuti i contributi, qualunque sia la loro fonte questi diventano di proprietà del Pam, che li utilizza secondo le sue regole e procedure, e riferisce ai Paesi membri del Consiglio di amministrazione». (Il 76% dei viveri proviene dall’Usaid – United States Agency for international development, ndr).