Un passo in avanti, in Madagascar, verso un sistema sanitario gratuito e universale. Fonti ufficiose rivelano che è in cantiere una riforma del settore ospedaliero pubblico, che impone la gratuità delle cure emergenziali. Una risposta dello Stato onerosa ma inevitabile, considerate le pressioni della società civile. Spesso infatti i malati sono abbandonati a sè stessi nei pronto soccorso, non potendosi pagare le cure. In sostanza, si stabilisce che operino con gratuità – e a beneficio dell’intera popolazione – i pronto soccorsi presso i Centri ospedalieri universitari, quelli dei Centri ospedalieri di riferimento regionali, nonché i reparti d’emergenza dei Centri ospedalieri di riferimento distrettuali.
La nuova normativa lascia fuori i Centri sanitari di base (i Centre de santé de base – Csb), e ciò sta scatenando polemiche. Si fa notare che i pazienti, di fronte alle urgenze, tendono a rivolgersi prima ai Csb, trattandosi di centri sanitari a diffusione capillare. E tanto più nelle martoriate aree rurali. Del resto la Caisse nationale de solidarité pour la santé – di recente istituzione e col compito di attuare l’obiettivo di Couverture de santé universelle – opera con molta gradualità. Non solo è per ora attiva solo in certe aree del Paese, ma il suo obiettivo è coprire le sole cure dei più indigenti: il 52% più vulnerabile, tra la popolazione sotto la soglia di povertà.