L’inquinamento atmosferico e una fitta nebbia soffocano Antananarivo, e la concentrazione di polveri sottili è grave. Poco è stato fatto dopo che, nell’ottobre 2019, il denso smog cittadino riuscì a interessare i media locali: seppur per un giorno, Tana si era rivelata la capitale più inquinata al mondo, dietro Nuova Delhi, e davanti a Dakar. La ministra Baomiavotse Vahinala Raharinirina, titolare del dicastero dell’Ambiente e dello sviluppo sostenibile, fa appello alla coscienza civica: «L’inquinamento atmosferico ad Antananarivo assomiglia a quello delle grandi città dei paesi industrializzati: il livello di polveri sottili è ora dieci volte superiore agli standard fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Siamo noi, i responsabili di questo inquinamento asfissiante. Stiamo tagliando il ramo su cui siamo seduti. Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione e repressione che stiamo portando avanti nella lotta contro gli incendi boschivi, le nostre azioni rimarranno vane, finché continueremo la pratica di brûler le nostre terre. Combattere gli incendi è una lotta comune. Allo stesso tempo, ci sono molte auto che non dovrebbero più circolare».
Jean Claude Salama, che dirige il Dipartimento che si occupa di inquinamento, conferma che sono le attività umane a generare degrado ambientale: «Questo inquinamento lo pagheremo caro, con i costi per le cure mediche».