Settimane fa, l’Assemblea nazionale del Madagascar ha approvato il progetto di legge che legalizza il Toaka gasy (detto anche ambodivoara o galeoka). Si tratta di una ricetta di rum artigianale – derivato ovviamente dalla canna da zucchero – per cui sinora, in attesa del passaggio in Senato, vige un regime di parziale liberalizzazione. Al contrario di quanto si crede, questo rum fatto in casa – spesso con gradazione alcolica abnorme – non è mai stato espressamente proibito dalla legge. Anzi, come ricorda un ex addetto ai lavori, «negli Anni duemila abbiamo rilasciato autorizzazioni», e la «circolazione di questa bevanda è stata inoltre garantita nella misura in cui produttori e rivenditori rispettavano gli standard richiesti dalle disposizioni in vigore».
Norme (spesso eluse) che richiedono, tra l’altro, che il produttore disponga di locali conformi agli standard sanitari, una distilleria e un alcolometro, e che paghi le imposte. Per il deputato proponente, l’iniziativa può aiutare l’economia, e magari – aggiungiamo noi – originare un brand di culto: quanto accaduto col marchio Dzama, che ai suoi esordi era anch’esso un rum di fabbricazione artigianale, diffuso nel Nord del Paese. (Il Toaka gasy è fabbricato sopra tutto nel Sud e Sud-Est, ndr). Il disegno di legge impone che la gradazione della bevanda – immancabile in molti riti tradizionali – sia inferiore al 44 per cento.