Affrontiamo a seguire il tema della sessualità in Madagascar, e lo facciamo consigliando tre letture: capaci di approfondire l’argomento, evitando luoghi comuni, oppure volgarità. Iniziamo da «“Côtier” sexual identity as constructed by the urban Merina of Antananarivo, Madagascar»: un articolo redatto nel 2010 da Kirsten Stoebenau, e pubblicato sulla rivista accademica “Études océan indien”. Che è edita dall’autorevole Institut national des langues et civilisations orientales (Inalco), che in quel di Parigi gli studenti chiamano «Langues O’», o «Langues’O». Seppur l’impostazione sia accademica, il testo è in un inglese chiaro e scorrevole.
L’idea di base è confrontare la sessualità più rigida delle etnie insediate nelle aree interne, con quella più disinvolta e spontanea delle tribù costiere. Invero è un pretesto per chiarire tante curiosità sul sesso in Madagascar, senza approcci morbosi o moralisti. Un esempio? Si cerca di spiegare il paradosso della prostituzione, che contrappone le ragazze côtier alle merina. Così si osserva che le donne merina – nonostante un’educazione più tradizionalista – prevalgono nei contesti di prostituzione di strada (o di basso livello), mentre sono meno numerose in discoteche o locali notturni. E si spiega come sia proprio la mentalità più conservatrice, ad allontanarle dai ritrovi ove l’attività di meretricio risulti più esposta.
(Continua).