Sul portale “Focus on Africa” è uscito un reportage sul famadihana: un rito ancestrale che si celebra in certe aree del Madagascar, e ha come elemento centrale – e più “impressionante” – la riesumazione dei cadaveri dei propri defunti. Da tempo la pratica era scomparsa dall’attenzione mediatica: da quando le norme sulla prevenzione della peste, nel 2017, ne hanno regolato in senso restrittivo lo svolgimento. Più in basso riportiamo l’incipit dell’articolo – dal titolo «Cultura e costumi africani, il Famadihana: la morte in Madagascar si festeggia», e firmato da Valentina Cecchini – che ci permette anche di segnalare questa testata, diretta dalla nota giornalista Antonella Napoli.
Tuttavia prima delle brevi note di chiarimento. La cerimonia vede gradualmente ridurre la propria diffusione: per l’influenza sia del cristianesimo, sia della modernità occidentale. E poi va chiarito che il famadihana propriamente detto ha il fulcro nelle aree rurali tra Antananarivo e Antsirabe (Hautes Terres centrales), ed è celebrato dalle etnie betsileo (soprattutto) e merina. E poi vi sono alcune varianti del rituale, che praticano altre etnie in diverse aree del Paese. «Il Famadihana o “ritorno dei morti” è un antico rituale di riesumazione dei defunti, la cui origine si perde nella notte dei tempi, ed è una cerimonia che ancora oggi viene praticata, dove i turisti vengono accolti come ospiti».