In Madagascar è nata una nuova Casa automobilistica, la Gasycar. Giorni fa la cerimonia di presentazione – al cospetto del presidente della repubblica, Andry Rajoelina – in cui sono state spiegate le caratteristiche dell’avventura industriale. Non è il primo marchio malgascio dell’auto: la Karenjy è poco ambiziosa sotto il profilo commerciale, ma è viva e vegeta. Gasycar è figlia della joint venture tra una società tedesca, una cinese, e un’entità malgascia che disporrà della maggioranza delle azioni: secondo molti, lo Stato. Il lancio avverrà in tre fasi: entro il 2020 l’impianto di assemblaggio, poi i punti vendita, ed entro tre anni lo stabilimento produttivo, (forse ad Ankorondrano, nella Capitale).
La metà delle cui componenti dovrà essere made in Madagascar. Mostrati in un video i modelli a breve disponibili: suv e pick-up dal design elegante. Si mira a vetture che per componentistica e comfort non dovranno sfigurare, tanto che Rajoleina, euforico, ha detto che «la qualità si avvicinerà a quella di marchi come la Toyota». Tra gli obiettivi, i mercati continentali e internazionali. In catalogo anche moto (alcune già prenotate dalla Polizia) e scooter. Lo stemma è la testa di zebù: un simbolo forte e trasversale nella cultura malgascia, per Rajoelina, secondo cui il progetto punta al «ritorno alla vera indipendenza del Madagascar e al risveglio dell’orgoglio nazionale».