La stampa ne è certa: il 2020 sarà decisivo per il presidente Andry Rajoelina, che il 19 gennaio terminerà il primo anno del mandato. La luna di miele con l’elettorato sta per avere fine, e il «movimento arancione» è atteso alla prova dei fatti. E in attesa che il capo dello stato riepiloghi in grande i risultati del primo anno di governo, cosa possiamo anticipare? Se è prematuro definire la portata della rivoluzione progressista e «arancione», è certo che il presidente ha saputo affermarsi come l’«uomo forte» del Paese, e l’opposizione non ha mostrato un volto credibile. La formazione moderata Tiako i Madagasikara (Tim) – Io amo il Madagascar – che è nelle mani del candidato presidenziale sconfitto Marc Ravalomanana, non ha saputo sinora intaccare il consenso del capo dello stato; e tutto ciò, nonostante le turbolente manifestazioni di piazza, organizzate negli ultimi mesi.
Per il Governo guidato dal premier Christian Ntsay – e supervisionato da Rajoelina – sta, però, arrivando la fase più complessa: sono cresciute le esigenze dell’elettorato, che si attende un miglioramento nella vita quotidiana. E il potere centrale è atteso al varco su vari fronti, in primis le infrastrutture. I documenti governativi citano svariate Rn (route nationale), che richiedono riparazioni. Poi c’è la questione della sicurezza, ove il Governo è comunque riuscito a ottenere concreti miglioramenti.